Il recente report pubblicato da Growth Capital, advisor leader in Italia per aumenti di capitale e operazioni di finanza straordinaria per Start up e PMI, in collaborazione con Cosmico, società che crea una connessione fra talenti digitali e aziende internazionali ha l’obiettivo di dare risalto alla situazione attuale del settore HR Tech e le possibili novità per il futuro.
Seppur di recente nascita, il settore dell’HR Tech è in forte crescita soprattutto a fronte della rapida digitalizzazione del mercato del lavoro, della rivoluzione dei processi a causa della pandemia da Covid-19 e del cambiamento di aspettative e bisogni da parte dei lavoratori. Nel 2021 il valore di questo mercato a livello globale ha superato i 53.1 miliardi di dollari e la stima per il 2025 è quella di raggiungere i 90 miliardi con una crescita del +11.6%.
La quota di mercato detenuta dall’Italia in riferimento al contesto europeo è di circa il 10% con previsioni di crescita superiori alla media dello stesso, +12.3%.
Ma quali aree comprende il settore HR Tech?
- Talent Acquisition: ricerca e selezione di nuovi talenti
- Personnel management and Payroll: gestione quotidiana, amministrativa e programmazione delle risorse umane
- Engagement and Connectivity: attività e progetti finalizzati ad aumentare l’engagement e la motivazione dei dipendenti cercando un maggiore coinvolgimento degli stessi per farli sentire soggetti attivi nella vita aziendale
- Recognizing and Rewarding: pianificazione e misurazione delle performance dei singoli con conseguente definizione dei piani di crescita, bonus e incentivi
- Learning and Development: formazione professionale, creazione di percorsi di carriera e attività di coaching
Ognuna delle precedenti ha avuto un peso diverso nel periodo considerato, 2019-2021, in particolare: Personnel Management 60% con previsioni di crescita abbastanza stabili, Engagement and Connectivity sarà l’area che crescerà maggiormente entro il 2025, passando dal 10,3% nel 2019 al 24,8% superando il segmento Talent Acquisition il cui peso diminuirà da 26,4% nel 2019 a 15,7% nel 2025. Questo è un chiaro messaggio per le aziende che ancora prima di focalizzarsi sull’attrazione di nuovi talenti, dovranno essere in grado di investire, coinvolgere e motivare sempre di più quelli già presenti internamente.
Il segmento Learning and Development passerà dal 3,2% del 2019 al 2,6% del 2025 e per concludere, si assisterà a un inversione di trend per la sezione Recognizing and Rewarding che riprenderà una crescita annua del 2,1% fino al 2025.
Il primo trend chiave riguarda il cambiamento della concezione di Risorse Umane nel post pandemia che non riguarda solo la riorganizzazione delle attività, ma di una rivoluzione che permette di ripensare all’idea di “lavoro”, in
linea con le nuove generazioni e che prenda in considerazione anche fattori come worklife balance, attenzione all’individuo e alle aspettative professionali e una digitalizzazione sempre più forte. Una chiara dimostrazione è il fenomeno cosiddetto “Great Resignation” dove l’aspetto retributivo non è più l’unico fattore determinante nelle scelte professionali. A supporto, da un’analisi condotta da McKinsey emerge che il 36% del campione esaminato che ha rassegnato le dimissioni negli ultimi 6 mesi del 2021 non aveva una nuova occupazione sostitutiva.
Questo aspetto e la necessità di pensare ad attività di retention va considerato oggi anche in relazione a fattori quali un calo demografico e un invecchiamento generalizzato della popolazione che renderà più complesso il ricambio generazionale e la ricerca di talenti.
Come afferma Francesco Marino, CEO di Cosmico, “Elemento fondamentale di questa riorganizzazione sarà la riformulazione del ruolo dell’HR, da gestori di risorse umane intese come commodity, a quelli che mi piace chiamare ‘imprenditori del talento’: intendere cioè ogni professionista come un investimento selezionato con cura, abilitando, con i nuovi strumenti tecnologici a disposizione, la crescita di tale investimento”
Infine, il secondo trend riguarda la presenza di start up nel settore HR Tech che, ad oggi, ha contribuito a generare il 4,1% del valore del mercato, ma che nel 2025 raddoppierà a oltre l’8%. I punti di forza sono il carattere innovativo e l’adozione di strumenti digitali.
iziwork nasce in Francia nel 2018 e arriva in Italia a Novembre 2020, da sempre la sua natura tecnologica ha rappresentato un elemento di vantaggio, soprattutto nel momento in cui la pandemia da Covid-19 ha imposto l’adattamento e la rivoluzione di processi e strutture in chiave digital.
Attraverso la digitalizzazione della catena del valore, abbiamo reso i processi di reclutamento e amministrativi più fluidi e dinamici sfruttando l’intelligenza artificiale con un algoritmo proprietario in grado di creare un match tra contenuto del curriculum e missione con un duplice scopo. Da un lato, semplificare il lavoro dei nostri recruiter mettendo a disposizione una lista di pre-filtrata di profili di valore in linea con i requisiti richiesti. Dall’altro fornire ai nostri candidati offerte di lavoro in linea con le loro esperienze e vicine.
Concludendo, in iziwork adottiamo un approccio Lifestyle centric che ha come obiettivo quello di fornire ai lavoratori somministrati uno strumento per sperimentare diverse tipologie di mansione, settori e aziende e capire il miglior percorso di carriera da costruire insieme sulla base di bisogni e aspirazioni del singolo individuo.
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