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La laurea non serve più? Perché sempre più aziende guardano alle competenze

La laurea non serve più? Perché sempre più aziende guardano alle competenze
La laurea non serve più? Perché sempre più aziende guardano alle competenze
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La laurea non serve più?
Negli ultimi anni, il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente. Sempre più aziende stanno abbandonando i titoli di studio obbligatori per concentrarsi sulle competenze reali dei candidati. Questo trend, già diffuso negli Stati Uniti, potrebbe presto consolidarsi anche in Italia. Ma cosa significa davvero che “la laurea non serve più”? E in quali settori è ancora fondamentale avere un titolo? Scopriamo insieme perché lo Skills-First Hiring sta diventando la nuova normalità e cosa può cambiare per chi cerca lavoro.


I dati dal mercato USA

  • Nel 2024 oltre il 52% degli annunci di lavoro su Indeed USA non menzionava alcun titolo di studio obbligatorio.

  • La richiesta di laurea è scesa dal 20,4% al 17,8% in soli cinque anni.

  • Anche per il diploma si registra un calo: dal 27,1% al 25,9%.

Questi numeri raccontano una trasformazione: le aziende non filtrano più i candidati solo in base alla formazione, ma cercano soprattutto chi sappia fare.


Cos’è lo Skills-First Hiring?

Lo Skills-First Hiring è un approccio di selezione in cui i candidati vengono valutati per esperienze, abilità pratiche e capacità dimostrate.

Non conta tanto il percorso accademico, ma il mix di hard e soft skill che una persona porta sul tavolo.

I vantaggi per aziende e candidati

  • Pool di talenti più ampio: anche chi non ha una laurea può competere se ha le competenze giuste.

  • Riduzione dei bias: meno attenzione al “pedigree formativo” e più apertura a background diversi.

  • Migliore efficienza: strumenti HR tech permettono di valutare skill reali in modo rapido.


Serve ancora la laurea?

La laurea resta fondamentale in settori come sanità e ingegneria. Tuttavia, in molte professioni digitali e tecniche, a fare la differenza non è il titolo, ma la capacità di portare risultati concreti.


Il futuro del recruiting sembra chiaro: meno importanza ai titoli, più spazio alle competenze.